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L’amore per il cinema non conosce fine, provaci ancora Covid-19!

6 italiani su 10 quest’anno non sono andati al cinema. Oltre il 60% delle persone ha deciso di non frequentare le sale cinematografiche. I motivi sono tanti, la mancanza di tempo, la qualità dei film e, la più importante, la paura per Covid-19.

La pandemia globale è riuscita là dove la radio e la televisione avevano fallito: toglierci la voglia di andare al cinema. La “Valle del tramonto” stavolta sembra non riguardare solo il genere muto ma l’intero settore cinematografico.

Eppure non possiamo dire addio al cinema. La perdita sarebbe imperdonabile. Il cinema ha accompagnato la storia di ognuno di noi, chi più, chi meno, con le sue sale, il suono e l’odore di pop corn che ci accompagna all’ingresso.

Personalmente, ogni fase della mia vita è stata legata a un film, che sia quello visto al mio primo appuntamento, che sia quello visto insieme a mia madre e mio padre. Mi ricordo ancora quando a sette anni sono andata al cinema per il primo film di “Harry Potter“, quanto ero dispiaciuta e arrabbiata di non avere l’età per vedere il “Codice Da Vinci“, oppure l’appuntamento di San Valentino in compagnia del nuovo film di Gabriele Muccino. E sono sicura di non essere la sola nostalgica.

Il cinema resiste alla storia

Basta andare più indietro con gli anni e chiedere ai nostri nonni cosa ha significato per loro il cinema. Era l’occasione per riunirsi con amici e il resto della comunità. Era un luogo dove svagarsi, conoscere il mondo e sognare.

Lo racconta bene “Nuovo Cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore. L’amore per il grande schermo è impresso in tutta la pellicola, come compagno della vita di un paese e di un uomo. Il suo sviluppo tecnologico ricalca il progresso della società che, però, non sarà clemente con il vecchio cinema. Sarà demolito, segnando la fine della tradizione popolare.

È tutto perduto quindi? È una fine già scritta? Tornatore non la pensa così. L’amore per il cinema resiste anche alla fine, simboleggiato dai baci censurati raccolti insieme in un unico corto, che riesce ad emozionare non solo il protagonista, ma soprattutto noi spettatori.

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