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L’arrivo di ChatGPT rivoluzionerà anche l’editoria?

L’arrivo di ChatGPT ha portato turbamenti in molti campi, e l’editoria non fa eccezione. Eppure il problema dell’intelligenza artificiale (IA) risale addirittura agli anni Cinquanta con Alan Turing. Poi il modello linguistico delle IA è diventato più ampio e quindi ha acquisito più elevate capacità predittive rispetto alle attese del suo interlocutore umano.

Infine adesso l’ultima grande ondata delle novità riguardanti l’intelligenza artificiale arriva con il rilascio di ChatGPT, una IA generativa testuale che produce contenuti in risposta ai “prompt”, quesiti che gli utenti le pongono. Come spiega Gino Roncaglia, docente di “Editoria digitale, Digital Humanities e Filosofia dell’informazione” all’Università Roma Tre, tra l’input e l’output del risultato testuale prodotto dall’IA operano reti neurali configurate su un ampio corpus di documenti: la rete generativa non copia, ma crea.

In altre parole, se anche i contenuti disponibili influenzano enormemente la risposta, il risultato non viene prodotto per replica, ma su base probabilistico-statistica. Le IA generative studiano i testi, costruendo modelli associativi in cui verificano, statisticamente, quali sono le tipologie di risposte, reazioni e le associazioni più frequenti tra le parole che lo compongono.

I rischi dell’IA nell’editoria e le nuove opportunità

Questa soluzione può essere applicata in vari campi, tra cui l’editoria. Tuttavia uno dei difetti che si riscontra nella nuova tecnologia è che essa accentua gli stereotipi. I modelli linguistici, infatti, acquisiscono e fanno proliferare le informazioni stereotipiche, che trovano nei testi e nei dati di cui si nutrono, finendo per confermarli, diffonderli e ingigantirli con i loro output.

Quindi, prima che l’intelligenza artificiale diventi co-autrice dei nostri testi, prima che li illustri o ne disegni il layout di copertina, ci sono molti modi in cui si può migliorare l’interazione tra algoritmi e libri. È il caso di Corrige.it, capace di controllare i testi con accuratezza editoriale, o di Book Batch One, la soluzione per la creazione di prodotti editoriali personalizzati. Consente, infatti, di generare un libro i cui contenuti sono modulati sui bisogni e le esigenze dei lettori/utenti.

Ma questo vuol dire che l’editoria può perdere il suo ruolo nel nuovo panorama culturale? In realtà proprio il meccanismo dietro l’IA fa diventare ancora più importante e centrale la figura degli editori. Oltre a tutelare il diritto d’autore, l’intelligenza artificiale deve poter studiare e imparare da libri e contenuti la cui fonte sia riconosciuta e riconoscibile.

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