
Georges Méliès: il vero primo viaggio sulla Luna
Il chiaro di Luna ci ispira, accompagna le nostre passeggiate serali e la sua luce è la protagonista di molti film che hanno nutrito la nostra immaginazione. Ma il primo ad esserne stato affascinato è uno dei più grandi maestri del cinema: Georges Méliès. Il suo film più noto è, infatti, “Viaggio nella Luna” (Le Voyage dans la Lune), del 1902. Tratto dalla famosa opera di Jules Verne, viene considerato il primo vero successo cinematografico al mondo.
Il cinema si trasforma in magia
La magia del cinema deve tutta la sua bellezza a Georges Méliès, il creatore di mondi “diversi dalla realtà”. Attraverso il potere delle immagini fu il primo a raccontare i mondi fantastici già descritti in letteratura, sfruttando la credibilità della fotografia in movimento per dare credibilità alla rappresentazione.

A lui sono attribuite l’ideazione del cinema fantastico e fantascientifico e numerose tecniche cinematografiche ed effetti speciali:
- esposizione multipla;
- dissolvenza;
- colore dipinto a mano sulla pellicola;
- mascherino-contromascherino, cioè l’inquadratura si divide in due o più parti, impressionate in momenti diversi;
- arresto della ripresa, per far apparire, scomparire o trasformare oggetti e personaggi;
- passo uno, per far muovere oggetti inanimati;
- spostamento della cinepresa, per ingrandire e rimpicciolire un soggetto.
La scoperta accidentale che cambiò il cinema per sempre
Ma l’invenzione più importante di Méliès è sicuramente il montaggio, che divenne in poco tempo la caratteristica peculiare del nascente linguaggio cinematografico.
La scoperta fu accidentale ma cambiò per sempre il destino del grande schermo. Mentre Méliès stava filmando all’aperto, presso Place de l’Opéra a Parigi, la cinepresa si sarebbe momentaneamente arrestata. Fu solo durante la fase di sviluppo che Méliès si accorse dell’effetto magico che si era creato: al passaggio di una carrozza, questa all’improvviso diveniva un carro funebre.
Volete sapere come mi venne l’idea di applicare un trucco al Cinematografo? Ebbene, è molto semplice. Un arresto dell’apparecchio di cui mi servivo all’inizio, produsse un effetto inatteso, un giorno che mi trovavo a filmare, in maniera del tutto prosaica, in Place de l’Opéra: fu necessario un minuto per sbloccare la pellicola e rimettere la macchina in funzione. Durante questo minuto, passanti, omnibus, automobili, avevano cambiato posizione, com’è ovvio. Proiettando la pellicola, rinsaldata nel punto in cui si era prodotta la frattura, ho visto d’un colpo un omnibus della linea Madeleine-Bastille trasformarsi in carro funebre, e uomini mutarsi in donne. Il “trucco per sostituzione”, detto “trucco dell’arresto”, era stato inventato. E due giorni dopo realizzavo le prime trasformazioni di uomini in donne.
Georges Méliès, Annuaire général et international de la Photographie, Plon 1907, citato in Le cinéma naissance d’un art – 1895-1920, a cura di Daniel Banda e José Moure, Flammarion, Parigi 2008
La poetica del cinema di Méliès
Così l’illusione ottica, la meraviglia e il mistero diventano la base della poetica di Méliès. I trucchi di magia entrano ufficialmente a far parte del mondo del cinema e le leggi della natura sembrano annullarsi per lo spettatore. Le possibilità diventano infinite.
Per Méliès il mondo cinematografico diventa il teatro dell’impossibile, dell’anarchia, della sovversione giocosa delle leggi della fisica, della logica e della quotidianità. Il suo è “l’ordinario nello straordinario”, come viene definito dal regista e critico cinematografico Jean-Luc Godard, che lo distingue dall’altro importante pilastro del cinema delle origini, cioè lo “straordinario nell’ordinario” dei Lumière.
La rivincita di Georges Méliès
La trama cinematografica non risparmia neanche la stessa vita del famoso regista, che si mostra come un vero e proprio film di rivincita.
Tra il 1900 e il 1912 il successo di Méliès fu straordinario. Ma, con l’arrivo della Grande guerra, il pubblico non sembrava più affascinato dalla magia del suo cinema. La compagnia cinematografica di Méliès andò presto in bancarotta. Tra le cause ci sono anche politiche commerciali erronee. Il regista, infatti, vendeva le copie dei suoi film, ma non percepiva nessun diritto d’autore per le singole proiezioni.
Così Méliès tornò a dedicarsi solo agli spettacoli di magia al Robert-Houdin, fino a quando il teatro non venne demolito. In seguito, insieme ad una delle sue principali attrici, Jeanne d’Alcy, aprì un chiosco di dolci e giocattoli alla stazione di Paris-Montparnasse.
Il mondo sembrava averlo dimenticato quando un giorno un giornalista, Léon Druhot, direttore del Ciné-Journal, lo incontrò, facendolo uscire dall’oblio. La sua produzione cinematografica fu riscoperta dai surrealisti. Fu organizzata anche, in suo onore, la prima retrospettiva cinematografica della storia. Nel 1931 ricevette persino la Legion d’onore direttamente da Louis Lumière.
Non c’è prova più evidente del potere del cinema: tutto passa ma resta eterno, in attesa che qualcuno possa riscoprirlo e farsi cambiare la vita, ad ogni età e in ogni epoca.

