
L’Eterno Ritorno Dell’Eguale
La teoria dell’eterno ritorno è un’idea di Friedrich Nietzsche che viene esposta per la prima volta ne La gaia scienza (1882). Presentata sotto forma di annunciazione da parte di un demone, essa invita all’abbandono di una concezione lineare del tempo tipicamente hegeliana, progressistica, causalistica e calcolante dell’accadere. Secondo Nietzsche, infatti, questa prospettiva rischierebbe di sottrarre autonomia e libertà all’essere umano. Al suo posto, il filosofo propone di accettare il ritorno perpetuo del valore assoluto di ogni istante come pienezza di decisitività e di volontà di potenza, senza un prima e senza un dopo.
Nichilismo e Morte di Dio
Questa bizzarra prospettiva della dimensione temporale affonda le radici in un nichilismo attivo, dottrina a sua volta importata dalla filosofia di Arthur Schopenhauer, ma profondamente rivisitata dal nostro autore. Il Nichilismo, afferma Nietzsche in Così parlò Zarathustra (1883-1885), è in realtà la diretta conseguenza della rottura con il Cristianesimo, una volta smascherata la menzogna millenaria. “Morte di Dio”, per l’appunto, è l’espressione utilizzata dall’autore per descrivere il progressivo distacco della società occidentale dalla dottrina cristiana. Le macerie di quel sistema non possono che instillare angoscia nell’essere umano che in seguito alla scoperta del regno del Caos, infatti, si imbatte nell’inevitabilità del non-senso. In fondo al non-senso vi è la necessità della volontà. Il mondo, allora, sembra dominato dal desiderio di accettare se stesso e ripetersi. A partire da questa presa di coscienza, però, le strade di Nietzsche e Schopenhauer si dividono; il primo, infatti, accuserà il secondo di aver proposto una vera e propria fuga dalla vita.
L’Oltreuomo
Secondo Nietzsche, amare il necessario e accettare l’essenza di questo mondo (amor fati) saranno le virtù più importanti di quella messianica forma nuova di essere umano che egli chiamerà l’Oltreuomo. Egli, restando fedele alla terra, porterà con sé l’avvento di nuovi valori quali salute, volontà forte, amore, ebbrezza dionisiaca ed un nuovo orgoglio. Tutti questi principi saranno tessuti insieme con la trama della volontà.
Lo spirito dionisiaco
Lo spirito dionisiaco è un concetto fondamentale per la comprensione dell’Eterno Ritorno dell’Eguale. Quegli attimi pregni di Assoluto, infatti, secondo Nietzsche, si esprimono nella forza istintiva e nella salute, nell’ebbrezza della creazione e nella passione sensuale; ma anche nell’arte non figurativa. Il dionisiaco è l’espressione del totale accordo tra uomo e natura. Il riferimento a Dioniso, dio dell’estasi, sarà ormai chiaro al lettore. Questo spirito si oppone all’apollineo, diretto alla misura e alla moderazione, all’arte delle forme limpide e ordinate, ad Apollo e alla razionalità. Nella tragedia attica (intesa anche come momento storico-ideologico) il filosofo rintracciava l’equilibrio tra le due forze, in seguito alterato da Euripide, Socrate e poi dal Cristianesimo.
L’Oltreuomo, capace tramite l’amor fati di accettare l’inevitabilità dell’Eterno Ritorno dell’Eguale, distruggerà la metafisica del risentimento, quella tipica della morale degli schiavi, ovvero della democrazia, del socialismo, di quella morale che parte da un’opposizione nei confronti di se stessa, la morale del no. I valori aristocratici, invece, sono quelli difesi dall’Oltreuomo che con fierezza, generosità e individualismo mostrerà al mondo la bellezza della trionfale affermazione di se stessi.

