
Svelato il mistero: sono sette i libri finalisti del Premio Strega 2022
A cura di Giorgia Calò e Chiara Mazzamauro
Grandi novità al Palazzo di Benevento, località in cui da tradizione si annuncia la cinquina finalista del Premio Strega: per la prima volta nella storia del riconoscimento letterario più famoso in Italia, non sono cinque ma sette i libri che concorrono alla LXXVI Edizione del Premio Strega.
Si può fare? A quanto pare si! Due libri hanno raggiunto ex aequo il quinto posto, mentre per il settimo, come da regolamento: se nella cinquina finalista non compare almeno un titolo pubblicato da un piccolo o medio editore, accede alla seconda votazione il libro con punteggio maggiore.
Sette libri finalisti del Premio Strega 2022
Ecco quindi svelato il mistero dei sette libri finalisti del Premio Strega 2022. Il vincitore sarà annunciato il 7 luglio al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma.
Premio Strega 2022 1. Spatriati-Mario Desiati (244 voti) 2. Quel maledetto Vronskij-Claudio Piersanti (178 voti) 3. Randagi-Marco Amerighi (175 voti) 4. Niente di vero-Veronica Raimo (169 voti) 5. Nova-Fabio Bacà (168 voti) 6. E poi saremo salvi-Alessandra Carati (168 voti) 7. Nina sull’argine-Veronica Galletta (103 voti) |
Spatriati, di Mario Desiati (Einaudi)

Spatriati è la storia di coloro che vanno via, via dalla propria della terra, via dalla tradizione, alla ricerca di un proprio posto e di una propria identità. I protagonisti senza meta dell’ultimo romanzo di Mario Desiati sono Claudia Fanelli e Francesco Veleno, voce narrante. Francesco è poco intraprendente, segnato da un cattolicesimo intimista e ancorato al proprio Paese. Claudia invece ha spirito di iniziativa ed è stimolata dalle nuove esperienze. I due si conoscono a scuola. Cresceranno insieme, ma una visione diversa del futuro li porterà a dividersi per poi ritrovarsi.
La storia, oltre ad essere un alternarsi di personaggi, è un alternarsi di città, vere e proprie entità che simboleggiano le fasi della vita dei protagonisti. Il viaggio che, dalla Puglia, simbolo di pregiudizi e convenzioni sociali, porterà a Nord, prima Milano e poi Berlino, rappresenta una ricerca identitaria. In particolare Berlino è il luogo dove le identità hanno modo di esporsi, in una danza estrosa e sessualmente liberatoria.
Quel maledetto Vronskij, di Claudio Piersanti (Rizzoli)

La storia che racconta Claudio Piersanti è la storia di un uomo che non crede alla fine di un amore. “Perdonami, sono tanto stanca. Non mi cercare” sono le parole che scrive Giulia, prima di scomparire, a suo marito Giovanni che, nella casa improvvisamente vuota, si sente un naufrago. In cerca di risposte troverà il libro Anna Karenina e si convince che sua moglie abbia trovato un altro uomo, un amante focoso, un maledetto Vronskij.
Vronskij diventa la chiave per provare a interpretare, prima, ciò che immagina accada alla moglie, poi quello che accade dentro di lui. Secondo l’autore di questo romanzo, fatto di ossessioni, tenacia e tenerezza, c’è sempre un Vronskij che mina la felicità, a cominciare dall’idea stessa di felicità. Ogni sofferenza provata da un membro della coppia, seppur inespressa e nascosta per volerla risparmiare all’altro, causa nell’altro la sofferenza per non poterla condividere. Ogni famiglia è infelice, in diverso grado, ma per fortuna esistono l’oblio, la tolleranza, la pazienza e l’amore. Quando il mistero della scomparsa si svela, Giovanni capisce che c’è sempre qualcosa che ci sfugge. L’unica cosa che possiamo fare è smettere di averne paura.
Randagi, di Marco Amerighi (Bollati Boringhieri)

Marco Amerighi torna in questo suo secondo romanzo sul tema della scomparsa. Questa volta la scomparsa è fisica, materiale, dilagante. È il protagonista del romanzo, Pietro Benati, che aspetta di scomparire. Prima o poi tutti i maschi della sua famiglia scompaiono. Il primo era stato il nonno, disperso durante la guerra in Etiopia e rimpatriato, dopo un anno, con disonore. Il secondo era stato il padre Berto, incallito scommettitore, tornato a casa dopo un mese senza il mignolo della mano destra. Stavolta a svanire nel nulla è suo fratello maggiore, Tommaso, promessa del calcio, genio della matematica e unico punto di riferimento di Pietro, a cui invece, ancora una volta, non accade un bel niente.
Il romanzo è diviso in tre parti con al centro un diverso tipo di destino: quello inconfutabile, quello umano e quello taciuto. Infatti la vita di Pietro continua in un susseguirsi irrefrenabile di fallimenti e delusioni, fino a che non incontra due creature raminghe e confuse come lui: Laurent, un gigolò appassionato di nuotate notturne e di alcol, e Dora, amante di film horror e con un dolore opposto al suo.
Randagi è un romanzo sulla giovinezza e su quei fragili legami, nati per caso ma che hanno il potere di cambiare le nostre vite.
Niente di vero, di Veronica Raimo (Einaudi)

Sabotare dall’interno il genere di romanzo di formazione è ciò che fa Veronica Raimo nel suo libro, che si è aggiudicato già il Premio Strega Giovani 2022. Con spirito dissacrante, trasforma nevrosi, sesso, perdita e disastri familiari in commedia. I lutti e le distanze che hanno segnato l’autrice sono leniti da una prosa fluida e leggera. La scelta delle parole, sdrammatizzando, enfatizza quella sofferenza lontana, quel trauma cristallizzato.
Questo ritratto sincero e libero di una giovane donna di oggi scaturisce dalla storia di una famiglia sghemba: una madre apprensiva e onnipresente, un padre pieno di ossessioni che continua a “ergere muri”, un fratello geniale, centro di tutte le attenzioni, e Veronica, che scopre l’impostura per inventare se stessa.
I frammenti di vita e gli episodi amari raccontati ironicamente sono tenuti insieme da un’unica voce. In questa storia, apparentemente intima, si trova il racconto preciso di cortocircuiti emotivi, di quell’energia paralizzante che può essere la famiglia, della presenza costante di quel non riconosciuto senso di sé e, come afferma la stessa scrittrice, della nostalgia che si prova ripensando al «tempo delle scelte».
Nova, di Fabio Bacà (Adelphi)

L’autore di “Benevolenza Cosmica“, con il suo nuovo romanzo ci conduce in un viaggio all’interno della mente umana. Il protagonista, Davide, è un rinomato neurochirurgo che conosce il cervello come le sue stesse tasche … quello degli altri però. Da tempo Davide è tormentato da uno strano rumore nella sua testa, che decide di ignorare, come tutte le cose che non vanno nella sua vita. Ma se al cuor non si comanda, il cervello nel nostro corpo regna sovrano: l’impossibilità fisica di controllare quel rumore e l’incontro con Diego, porteranno Davide a fare i conti con le incognite nascoste nella sua mente. Perché non è ciò che conosciamo a fare paura, ma ciò che non conosciamo.
E poi saremo salvi, di Alessandra Carati (Mondadori)

Il romanzo d’esordio della scrittrice milanese. Una storia all’interno della Storia. È la vicenda di Aida, una bambina bosniaca, costretta a fuggire dal suo paese nel 1992, in cui non potrà più tornare a causa della guerra che distruggerà la ex Jugoslavia.
Il viaggio per l’Italia è tortuoso e pieno di difficoltà, ma non è quella la vera sfida: una volta giunti a Milano, i genitori di Aida cadono in un profondo sconforto. La loro mente è sempre altrove; un altrove che non tornerà più. Aida comprende presto che per sopravvivere dovrà lasciarsi il passato alle spalle e crescere in fretta, seppur a caro prezzo.
Nina sull’argine, di Veronica Galletta (Minimum Fax)

Questo libro tratta dell’emancipazione di una donna che si fa spazio in un ambiente di soli uomini. Caterina è un ingegnere responsabile dei lavori per la costruzione dell’argine di Spina, un piccolo insediamento della pianura padana. Ogni giorno deve fare i conti con le mille peripezie, tra le difficoltà del lavoro, le proteste degli ambientalisti e un ambiente lavorativo di uomini.
Tutto nella sua vita assume le sembianze di un cantiere: il lavoro, le relazioni, il rapporto con la Sicilia, la sua terra d’origine; tutto ciò che Caterina vorrebbe altro non è che costruire un argine di fuga da quella vita. Riuscirà a trovare la forza per affrontare i fantasmi del suo passato e fare i conti con la vita e con se stessa?

