
Inchino: la riverenza del Qilin
Alcune settimane sono passate ormai dal rilascio al cinema del terzo film della saga Animali Fantastici. Animali Fantastici – I Segreti di Silente si presenta come capitolo mediano di questa saga, il cui successo probabilmente determinerà il suo continuo o il suo arresto. In questo film è stato ridonato spessore ai personaggi nominati costantemente dal titolo della saga, ovvero le creature fantastiche. In particolare, in questo lungometraggio tutto ruota, idealmente, intorno ad una di queste: il piccolo Qilin.

Il vero filo conduttore di Animali Fantastici
Il Qilin (pron. “ci-lìn”) è una creatura fantastica mai introdotta prima nel mondo magico, ed è stata in questo capitolo creata allo scopo di dare seguito a una vicenda di sottofondo che viaggia attraverso tutta la saga: il confronto fra Gellert Grindelwald e Albus Silente. Infatti, questi due grandi maghi sono noti nella storia magica per essere stati tra di loro pubblicamente antagonisti, in particolar modo negli anni della seconda guerra mondiale e nel grande scontro del 1945, che portò alla vittoria di Silente e al ristabilirsi della pace nel mondo magico.
Confronto tra maghi
Grindelwald e Silente si conoscevano sin da ragazzi: in adolescenza intrapresero un’amicizia, che poi divenne innamoramento. L’intesa presente tra i due esisteva anche a livello ideologico, prima che le menti dei due maghi prendessero binari diversi: la visione di un mondo in cui i maghi non avrebbero avuto nulla da nascondere rispetto alle persone non magiche, anzi avrebbero potuto gestire l’organizzazione mondiale rendendo succubi queste ultime, rese Grindelwald sempre più rigido ed estremista. In particolare, l’evento che allontanò definitivamente i due fu lo scontro scaturito dalla maledizione Cruciatus scagliata da Grindelwald su Aberforth, il fratello di Silente: egli infatti non approvava la loro relazione. Lo scontro confusionario che ne seguì, dove Albus per difendere il fratello innescò un vero e proprio duello con Gellert, andò a vittimizzare, purtroppo, l’indifesa Ariana, sorella dei due Silente, che perse la vita proprio in quell’occasione.
Inchino: equilibrio e riverenza
Le due idee su come dovrebbe comportarsi la comunità dei maghi nei confronti delle persone non magiche sembrano essere agli antipodi, e l’intera vicenda sembra spostarsi lungo questo continuum, alla ricerca di un equilibrio sopra il caos. Ecco dove la figura del Qilin appare di vitale importanza. Questo animale fantastico proverà riverenza nei confronti della persona posta davanti a lui, attraverso un profondo inchino, solamente nel caso in cui essa sia pura di cuore. E poiché il film sembra porre continuamente le basi per un “giudizio” da parte del Qilin, che dovrà evidentemente essere messo in atto (prima o poi), lo spettatore pregusta il ruolo che la piccola creatura avrà nel porre a confronto indirettamente il bene e il male.
Dritti a giudizio

E in effetti andrà proprio così: dopo che Newt Scamander e la sua squadra riescono a raggiungere incolumi, Qilin a seguito, il luogo di nomina del Supremo Pezzo Grosso della Confederazione Internazionale dei Maghi (CIM), la semplice natura dell’autentico Qilin andrà a stabilire, con estrema grazia e limpidità, il vero detentore della purezza di cuore. Annusando l’aria e facendosi largo tra gli astanti, il cucciolo magico si inchinerà con eleganza di fronte ad Albus Silente. Dopo la sorpresa provata e il parziale rifiuto circostanziale espresso da parte di quest’ultimo però, il Qilin andrà a inchinarsi dinanzi ad un’altra persona, ossia Vicência Santos, Ministro della Magia brasiliano nonché una dei tre candidati alla posizione di Supremo Pezzo Grosso della CIM.
Qualche curiosità sul Qilin
Prima di andare a commentare la scelta del piccolo animale fantastico nei confronti di Silente, vorrei esplorare con voi alcune caratteristiche proprie di questa creatura. “Qilin” è il nome di una antica figura mitologica cinese, giapponese e coreana. Nonostante la sua variabile composizione fisiologica – che varia a seconda della cultura – sembra assumere solitamente fattezze complessivamente simili a quelle di un cerbiatto, soprattutto nel suo stadio neonatale. Il suo verso viene tramandato essere soave come le campanelle mosse dal vento, e la sua specie figura come una delle più mansuete e pacifiche, all’interno del mondo magico. L’unico motivo per cui una di queste creature diverrebbe aggressiva sarebbe la belligeranza da parte di una persona malvagia nei confronti di una persona buona di cuore.

La scelta dell’inchino del Qilin nei Segreti di Silente
L’ultimo aspetto che voglio affrontare oggi è la scelta del regista (o sceneggiatore, o chi per lui) di far considerare degno dell’inchino del Qilin Albus Silente. Come ogni fan non occasionale della saga di Harry Potter saprà (soprattutto chi ha letto i libri), Albus Silente non è quel “pezzo di pane” candido e totalmente scevro di colpe come potrebbe sembrare.
Ricordiamoci infatti di come l’idea di mostrare la magia anche alla comunità non magica, senza paura di sembrare diversi e soprattutto in modo pronto a reagire laddove ci fosse stata resistenza, era proprio di un giovane Albus, ancor prima che di Grindelwald (il quale proseguì ed estremizzò questa ideologia, scostandosi così dal successivo cambiamento di rotta di Silente).
Anche in età avanzata, inoltre, l’intera vicenda di sacrificio del suo pupillo – Harry Potter – per il famoso “bene superiore” – ossia la sconfitta di Voldemort nel “momento giusto” – ha destato numerose controversie riguardo all’eticità del modo di pensare e di comportarsi del preside di Hogwarts (da tenere presente è che, tra le capacità del Qilin, c’è quella di intravedere il futuro delle persone).
Senza contare vicende di minor spessore, come – a mio avviso – la creazione della Pietra Filosofale avvenuta grazie alla collaborazione con Nicolas Flamel, con l’intento di creare un vero e proprio oggetto che ritardasse la morte biologica: una persona veramente pura di cuore diverrebbe così influenzata dalla potenziale brama di non morire, della “vita eterna”?
Non sono domande che una risposta netta può colmare nella loro essenza – l’essere “puro di cuore” non è una formula precisa e facilmente individuabile – ma i dubbi esistono, e non pochi. E qui mi rivolgo a voi: che ne pensate di questa scelta? Silente merita, in fondo, quell’inchino?

