
Esprimersi attraverso la scrittura. Passione inchiostro su carta
Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli
Emilio Salgari
D’altronde la scrittura è sempre stato questo: non solo un mestiere, non una forma d’arte con cui si arricchivano, papiri, pergamene e fogli di carta. Ma una forma d’espressione; espressione di pensieri, sogni, paure.
La scrittura è un viaggio alla scoperta di se stessi. Quando non si sa cosa dire, quando si vuole esprimere un’emozione, basta aprire gli occhi, prendere un foglio e lasciar scorrere la propria penna.
È questo che hanno fatto tre personaggi, o meglio tre donne, protagoniste di libri, film e serie tv.
Tre personaggi di fantasia completamente diverse tra loro, appartenenti a epoche diverse, ma una cosa le unisce: una grande passione per la scrittura e la capacità di esprimere loro stesse attraverso le parole.
Il peso delle parole: il calamo affilato di Lady Whistledown

(Immagine tratta dalla libreria di Pinterest)
Il nostro viaggio nel mondo della scrittura parte dalla Londra del 1800, nel pieno della stagione degli amori, in cui le giovani debuttanti sono alla ricerca di un marito, spinte dalle loro famiglie ambiziose.
Avete capito vero? Parliamo di Bridgerton, una delle serie tv più seguite su Netflix, tratta dai libri di Julia Quinn: la storia della tenera Daphne e del misterioso e affascinante Simon, in un intreccio d’amore che si unisce alle tante vicende che arricchiscono la vita mondana delle famiglie dell’alta borghesia londinese.
Vicende che non sfuggono agli occhi, ma soprattutto alla penna di Lady Whistledown: un personaggio misterioso che conosce le vicende e i segreti di ogni singolo personaggio e non perde occasione di riportare gli scandali sul suo foglio, scatenando invidia e rivalità tra le debuttanti e le famiglie.

(Immagine tratta da ciakgeneration.it)
La sua identità resta un segreto fino alla fine, ma tutti conoscono e temono la potenza della sua penna, pronta a colpire senza guardare in faccia nessuno.
Un personaggio complicato quello della gossip girl di Bridgerton: fiumi di inchiostro fuoriescono dal suo calamo e hanno il potere di creare scompiglio in un’intera città, eppure deve nascondersi dietro un foglio e un nome falso, per poter far sentire la sua voce e rivelare le vere personalità delle persone che la circondano…
Una passione sopra ogni cosa. Jo March piccola grande Donna

Andiamo avanti di qualche anno e spostiamoci oltreoceano: per la precisione a Concord nel Massachusetts, dove vive una giovane e brillante aspirante scrittrice: Jo March, una delle sorelle protagoniste del romanzo di Louisa May Alcott, “Piccole Donne”.
Ribelle, testarda, sognatrice, Jo è diversa dalle altre sue sorelle, prese dai bei vestiti, dai balli e dal desiderio di trovare un marito.
Per lei il mondo è nei suoi amati libri e nei racconti che ama scrivere accucciata accanto al caminetto acceso, incurante di scottarsi e rovinare i vestiti.
Il suo unico sogno è diventare una scrittrice e vedere le sue novelle pubblicate sui giornali.
Un sogno fatto di inchiostro, fogli accatastati nella soffitta di casa March e di parole che escono dalla sua penna, che le fa dimenticare tutto il resto: il mondo che la circonda, le vite delle sue sorelle che vanno avanti e l’amore del suo amico e vicino di casa Laurie, che non sarà mai tanto grande da farla rinunciare alla sua passione.
Una passione che la porterà lontano da casa, a New York, dove incontrerà il Professor Bhaer: un incontro che le stravolgerà la vita. Un giovane letterato “non romantico” come lo definisce la stessa protagonista, che la inviterà a portare avanti la sua scrittura, ma a renderla vera, senza paura e senza finzione.
È grazie alle parole e agli incitamenti di questo professore così diretto e “non romantico”, che Jo riesce a dare un senso ai suoi fogli e alle sue parole, che si tramutano nel suo romanzo. Un romanzo che parla di lei, di Meg, di Amy, ma soprattutto della sua Beth.

La tua penna è una spada, Scheggia!

(Immagine tratta da allure.com)
Restiamo in America, ma facciamo un balzo di qualche secolo: l’inchiostro non è più nella sua boccetta accanto alla piuma, ma ben racchiuso in una biro, nelle mani di una giovane cittadina di Stars Hollow, che probabilmente avrà tra la sua collezione una copia di “Piccole Donne” e leggerebbe l’intera saga di “Bridgerton” , probabilmente elogiando il coraggio di Lady Whistledown.
D’altronde Rory Gilmore, la protagonista della serie tv “Una mamma per amica” è una divoratrice di libri, come dice lei stessa durante il discorso per il diploma alla Chilton:
Io abito in due mondi. Uno è quello dei libri. Sono vissuta nel Faulkner Yoknapatawpha country, ho dato la caccia alla balena bianca sul Pequod, ho combattuto con Napoleone, ho navigato in zattera con Huck e Jim, ho commesso cose assurde con Ignatius J. Reilly, ho viaggiato in treno con Anna Karenina, sono stata nella strada di Swann.
La giovane Gilmore ha le idee chiare: vuole diventare una giornalista e scrivere sul New York Times.
Nonostante siano molti gli ostacoli sulla sua strada, tra cui l’amica e rivale Paris Geller e il padre del suo ragazzo Logan, Mitchum Huntzberger, Rory riesce a sorprendere tutti con la forza delle sue parole: insomma, chi riesce a rendere appassionante un articolo sulla ripavimentazione del parcheggio non può non diventare un’icona nel suo ambito.

(Immagine tratta da robadadonne.com)
La sua penna è una spada: il suo talento e la passione per la scrittura, la portano avanti fino a dirigere lo Yale Daily News e a diventare una reporter, che viaggia in giro per il mondo.
D’altronde quando si seguono le proprie passioni, non si fatica nemmeno un giorno.
E questa è la scrittura. Un viaggio in un mondo fatto, di fogli, dal profumo dell’inchiostro fresco e da un insieme di parole, che danno vita a qualcosa di unico.

