
Cucina con Ruben: dal balcone di casa in libreria
AÒ CHE TE VOI MAGNÀ? Chiunque abbia sentito questa frase sa che proviene dal balcone più famoso di Roma: quello di Ruben Bondì, il giovane chef romano che ha spopolato sui social con il suo canale “Cucina con Ruben”, una rubrica video dove ogni giorno dal terrazzo di casa con un fornello da campeggio, qualche padella e pochi semplici ingredienti (tra cui, non dimentichiamola, la scorza di limone) realizza piatti della tradizione giudaico romanesca e non solo.
Con oltre 800 mila followers su Instagram, Tik Tok e YouTube, la video ricetta del giorno con ospiti sempre diversi è diventata ormai un appuntamento fisso, che ha spinto il giovane chef a spiccare il volo per andare alla scoperta di altre culture gastronomiche in tutto il mondo: da Londra, a Israele, Dubai e Nuova Deli.
Esperienze che sono racchiuse nel suo primo libro che prende il titolo proprio dal canale “Cucina con Ruben”, Cairo Editore, uscito il 14 febbraio in tutte le librerie italiane.
Non un semplice libro di ricette ma un racconto di vita fatto di esperienze, sapori della tradizione giudaico romanesca, della cucina delle nonne e soprattutto di tanta passione.
Ma lasciamo che sia lo stesso Ruben a raccontarci il suo libro e soprattutto la sua cucina. Daje!

Partiamo dalle basi: come hai ideato il format per il tuo canale “Cucina con Ruben”?
“Il canale è nato un anno fa mentre ero in quarantena a casa dei miei genitori: dal momento che non so stare nemmeno un minuto senza cucinare sono uscito in balcone, ho visto questo condizionatore e ci ho appoggiato un fornelletto da campeggio e un tagliere e ho iniziato a fare un video mentre cucinavo, che poi ho pubblicato sui social.
È andata bene da subito, perché era una cosa del tutto nuova cucinare in balcone; nessuno ci aveva mai pensato.
Bisogna saper sfruttare le occasioni e trasformare anche i momenti brutti in momenti belli: se riesci a vivere con la concezione di prendere sempre il buono delle cose, vieni ripagato”.
Qual è la tua filosofia di cucina?
“Io credo molto nella cucina tradizionale e mi piace portarla ad un livello superiore. C’è un piatto che propongo spesso nelle mie cene private: il tonno alla cacciatora, una ricetta che nella tradizione romana si fa con il pollo o con il coniglio; io invece uso il pesce ed è diventato un piatto raffinato, ma uso ingredienti semplicissimi”.
C’è uno chef in particolare o un modello a cui ti ispiri quando cucini?
“Mi piacciono molti chef, se proprio dovessi citarne uno direi Antonino Cannavacciuolo: ha una grande delicatezza nel cucinare ed eleva i suoi piatti partendo dalla tradizione. È una caratteristica che si vede raramente”.
Le tue ricette sono fatte di ingredienti semplici e tradizione, mentre la cucina sta percorrendo la strada dell’innovazione. Quanto secondo te è giusto sperimentare e quanto allo stesso tempo è importante il rapporto con le proprie radici?
“Io credo che in questo momento ci sia un forte ritorno alla tradizione. Le ricette che propongo nei miei video sono piatti caserecci. Alla gente piacciono le cose semplici che possono riprodurre a casa loro. Infatti usando un tagliere e una padella creo un piatto che sia buono, innovativo, senza necessariamente usare mille ingredienti.
Sperimentare in cucina è fondamentale ma bisogna conoscere le basi: dai piatti tradizionali alle tecniche di cottura“.
Nell’ultimo anno hai viaggiato molto e conosciuto culture gastronomiche diverse. Che cosa ti hanno trasmesso queste esperienze?
“Ogni paese ha una cultura culinaria diversa. Qualche mese fa sono stato in India dove c’è un grande uso di spezie: l’Italia si differenzia dalle altre culture perché da grande importanza alla materia prima, mentre in India prevale il condimento e il sapore che si da agli ingredienti.
Un paese che vedo in un certo senso conforme alla cucina italiana è Israele, perché ha una cucina mediterranea fatta di carne, pesce verdure, frutta.
Sono stato in tanti posti ma come se magna in Italia non se magna da nessuna parte”.
Cos’è che ti diverte di più quando giri i tuoi video in balcone? C’è stato un episodio che ti è rimasto particolarmente impresso?
“Una volta ho chiesto a una signora che era al piano di sotto “che te voi magnà?” e lei mi ha chiesto di aspettare anche il marito. Mentre ero di sopra a preparare tutto, mi sono affacciato e lei mi ha chiesto se poteva andare a prendere anche il cane. Alla fine sono saliti a fare il video lei, il marito e il cane”.
Dal balcone di casa alla libreria. Che sensazione da vedere le tue ricette raccolte in un libro?
“È una sensazione stupenda. Questo libro racchiude tutto me stesso: quello che ho fatto da quando ho iniziato a cucinare, partendo dalla cucina giudaico romanesca, quella delle nonne, la cucina tripolina, ma anche quella gourmet che ho appreso nel corso delle mie esperienze.
Non sono soltanto ricette; mi piace raccontarmi, perciò ho voluto condividere tutto il mio percorso con tutte le tappe che mi hanno portato qui.
Un proprio libro è il sogno di ogni chef; inoltre è un libro di cucina kosher che se ci pensi non è mai accostata alla cucina gourmet, anzi spesso la parola kosher viene associata a ristrettezze in termini alimentari e in effetti è vero perché ci sono determinate cose che non si possono mangiare, ma ciò non significa che non si possano comunque fare grandi piatti al di là della concia o della carbonara senza pecorino, ma c’è molto di più.
La soddisfazione più grande e la mia più grande fortuna è poter fare tutti i giorni quello che amo: cucinare”.
C’è un piatto a cui sei particolarmente legato?
“Il tonno alla cacciatora. Poi nel libro c’è una ricetta che è anche divertente, perché ti fa capire un po’ come sono: parlo del risotto con burro acido, fondo di triglia e triglia croccante. Nell’introduzione spiego come una ricetta o un abbinamento di ingredienti mi viene in mente da un momento all’altro: una volta dissi a Manolo “Sai che mi è venuto in mente come far somigliare un petto d’anatra a una torta al cioccolato?” Questo spiega come qualche volta mi viene in mente un piatto dal nulla e subito voglio provare a realizzarlo e questo risotto è uno di questi”.
Ci saranno eventi per la promozione del tuo libro?
“Farò la prima presentazione a Roma il 15 febbraio, poi Torino, Milano e farò un altro evento con show coocking a Roma, oltre ai firmacopie”.
Prossimi progetti?
“Tanti, ma per adesso non diciamo niente”.

