
Inuyasha e Kagome: personaggi allo specchio
Lo specchio. L’oggetto magico per eccellenza. Che tu sia Grimilde desiderosa di conoscere l’identità di Miss Reame 1200 o il povero Vitangelo Moscarda alle prese con le critiche di chi ti circonda, lo specchio è sempre stato un simbolo fondamentale della personalità e della propria interiorità. Ed è proprio di coscienza di sé e di percezione che trattiamo quest’oggi, parlando di uno dei capolavori della storia dei manga: Inuyasha.
Molto di più di una favola

Inuyasha (letteralmente demone-cane) è un’opera di Rumiko Takahashi, la regina dei manga autrice di molti fortunati successi come Ramna 1/2, Lamù, Rinna e tanti altri. Grandioso, penserete giustamente voi, ma cosa c’entrano gli specchi? Beh c’entrano e non solo perché uno dei film che si accompagnano all’ anime si intitola Inuyasha the Movie – Il castello al di là dello specchio, ma perché trama di Inuyasha si basa su un fitto giochi di specchi. Più volte, infatti, la percezione della realtà dei personaggi è messa alla prova dai raggiri più intricati, ma soprattutto più volte sia gli eroi sia gli antagonisti devono fare i conti con loro stessi, con le loro ambizioni e con le loro paure. Devono, per così dire, superare la prova dello specchio: guardare, accettare e perdonare quel che viene riflesso. Inuyasha, infatti, è un anime accostabile in tutto e per tutto al romanzo di formazione. In particolare i due protagonisti principali, il mezzo demone cane e Kagome, sono chiamati a una dura prova. Uno imparerà ad accettare e apprezzare la sua natura a metà, l’altra dovrà affermare la sua personalità e la sua individualità nei confronti della sua rivale in amore, la venerabile Kikyo. Ma procediamo con ordine.
Pillole di trama
A grandi linee la storia parla di Kagome, una normalissima studentessa di quindici anni, che un giorno cade per sbaglio nel pozzo del tempio buddista di casa sua e si ritrova catapultata nel Giappone medievale. Come se questo non bastasse l’epoca Sengoku non si rivela essere il periodo storico più adatto per una scampagnata nel tempo. Demoni, banditi, e lotte intestine devastano il territorio del Sol levante. In questa romantica cornice Kagome si incontra anzi si scontra con Inuyasha (semi cit.). Il ragazzo è sigillato sul tronco di un albero sacro e solo la voce della ragazza riesce a risvegliarlo. Saltando qualche passaggio, anche per non rovinare del tutto la sorpresa a chi magari ancora non conosce la storia, i due ragazzi si ritroveranno immischiati in una missione comune che li vedrà sempre più uniti. Fin qui tutto bene, se non fosse che Kagome sia la rincarnazione della sacerdotessa che morì sigillando Inuyasha, nonché il primo grande amore di quest’ultimo.
Inuyasha fra il demone e l’uomo

Il percorso di Inuyasha è una lenta e faticosa espoliazione di sé. Episodio dopo episodio il ragazzo (ragazzo di circa duecento anni per la precisione) abbandona tutte le corazze che aveva indossato durante la sua esistenza. Grazie all’aiuto di Kagome, la cui vicinanza all’inizio mal sopporta, riesce ad entrare in contatto con le altre persone, a farsi degli amici e a scegliere di intraprendere la via del bene. Fino all’ultimo però non desiste dal suo desiderio più grande: diventare un demone completo. (Desiderio più grande stando almeno alle sue parole). Un’infanzia non facile segnata dal bullismo e dal pregiudizio lo porta infatti a odiare la sua parte non demoniaca. Solo l’incontro con Kikyo lo farà desistere dal suo intento originario fino a desiderare di diventare un essere umano completo per poter vivere a pieno la relazione con la venerabile sacerdotessa. Kikyo infatti custodisce una sfera dai poteri mistici la quale può far avverare ogni desiderio e suggerisce a Inuyasha di usare il potere dell’oggetto per sublimare la sua umanità. Come di certo avrete capito la storia andrà diversamente, ma quell’attimo segna la prima vera svolta nella vita di Inuyasha: il demone-cane abbandona il suo sogno di sangue e vendetta per scegliere l’amore.
Mi sono innamorata della tua anima

Ma la vera svolta (o almeno io la vedo così) arriva con Kagome. Nonostante sia la rincarnazione della venerabile sacerdotessa, la quindicenne di Tokyo presenta profonde differenze rispetto alla sfortunata Kikyo.
Piano piano anche Kagome riesce, infatti, a fare breccia nella corazza di Inuyasha e se ne innamora profondamente. Ama incondizionatamente sia la sua natura umana, sia quella demoniaca. Lo aiuterà a coltivare la parte migliore di sé e lo spronerà ad andare avanti, credendo sempre nelle sue capacità. Benché più volte Kagome con la sua sola presenza e a volte a rischio della sua stessa vita frenerà il lato oscuro e autodistruttivo del ragazzo, non desidererà mai che diventi un umano ma che diventi sé stesso. La versione migliore di sé stesso … e se questo non è amore, non so veramente cosa altro potrebbe esserlo. Inuyasha riuscirà in fine a vivere pienamente la sua doppia natura, decidendo giorno dopo giorno che tipo di uomo (o di demone?) voler essere.
Inuyasha: la scelta di Kagome
Uno dei tratti più affascinanti della narrativa di Rumiko è la sua capacità di descrivere e raccontare i sentimenti. Io l’adoro e sono evidentemente di parte, ma non penso di esagerare eccessivamente che le sue opere siano dei veri e propri esempi di educazione sentimentale.
Chi non ha rivisto o vissuto in Akane e Ramna i primi passi dell’amore adolescenziale? L’essere un po’ scontrosi un po’ spaventati. Quella moltitudine di gesti apparentemente insignificanti che però nascondono dietro un mondo? E in fine il primo bacio, e l’infinita interminabile attesa che lo rende così speciale? Bene, in Inuyasha c’è tutto questo e anche di più. Perché come accennato prima, quello fra Inuyasha e Kagome non è il primo amore, almeno non per entrambi. Perché sì: innamorarsi la prima volta è bello, ma innamorarsi con una storia finita alle spalle è tutt’altra storia. Il percorso che fa il demone cane per riuscire a conciliare questi due profondi sentimenti è immenso.

Lui, lei e l’altra: lo specchio dei sentimenti
Ma qua vorrei parlare del percorso coraggioso e non poco doloroso della nostra Kagome. Anche lei infatti deve fare i conti con la prova dello specchio. Kagome viene da un’esperienza totalmente differente rispetto a quella del suo amato. Sempre stimata e apprezzata è cresciuta circondata dall’affetto dei suoi cari. La sua sfida è totalmente diversa. Fin dall’inizio dovrà lottare per la sua auto-affermazione. “Io non sono Kikyo” è la forse la battuta più iconica di questo percorso. Sia nei confronti di Inuyasha sia di quelli degli altri personaggi, Kagome si sentirà in dovere di ribadire la sua individualità e di dimostrarsi all’altezza dell’altera sacerdotessa. Sì perché Kikyo rediviva torna a rimescolare le carte in questo singolare triangolo amoroso. Kagome dovrà sempre fare i conti con il fantasma della potente mistica. Non solo quest’ultima era una sacerdotessa dai poteri formidabili, ma è stata anche la prima donna amata da Inuyasha, nonché sua promessa sposa. Nell’arco del tempo la nostra protagonista imparerà, non senza sofferenza, a coniugare i suoi sentimenti con il passato di Inuyasha, fino ad accettare il posto che Kikyo avrà sempre nel cuore e nella mente del mezzo demone. Ci riuscirà completamente solo quando comprenderà che anche lei ha un ruolo decisivo nella vita di Inuyasha e non come reincarnazione di Kikyo ma come Kagome Higurashi.
Perché guardare Inuyasha a ventisette anni suonati? Perché non c’è età per ri-scoprire che la più grande sfida è essere sé stessi, e chi ti ama lo sa.


Un commento
Antonella
Ciao, io non credo che questa separazione tra kikyo e Kagome sia esatta, anzi… Hai mai notato che Inuyasha e Kagome in molte immagini hanno il mignolo legato con il filo scarlatto del destino? Questa è una delle chiavi della storia. L’autrice ha infatti basato tutta la storia su questo, nonché una leggenda molto forte e diffusa in Giappone, in Cina ecc… Kagome è il ritorno di Kikyo, il fatto che la prima sia la reincarnazione della seconda è un dato fondamentale perché non è un caso se Inuyasha si risveglia grazie a Kagome, se si innamorano e restano insieme. Accade proprio perché nel suo corpo c’è l’anima di Kikyo, hanno gli stessi poteri, lo stesso odore, e le loro differenze sono date solo dall’epoca differente in cui sono nate e cresciute. Qui si parla di un amore talmente forte e puro che non può essere spezzato dalla morte e da un malvagio essere, perché è qualcosa di molto più grande di tutto questo. Un amore che supera la morte e il tempo, e ritorna seppur in un altro corpo, per compiersi. Le due ragazze ad un certo punto lo comprendono (kikyo molto prima, essendo più saggia e matura) e iniziano a collaborare insieme. Il conflitto tra le due non esiste anche perché se kikyo fosse stata viva, Kagome non sarebbe esistita. Loro sono la stessa cosa, con un involucro diverso (in realtà neanche tanto, infatti tutti, persino kaede, affermano quanto le due donne si somigliano). Mi dispiace che tutti facciano questa separazione, vedano questo conflitto, cercando di screditare una o l’altra a seconda dei fans. È una storia meravigliosa, profonda e sottile. 🙂