
La musica dentro: versi e magie di ‘Mbertino Saba
Se non lo conoscevate, è giunto il momento di rimediare: ‘Mbertino il Fenomeno, al secolo Umberto Poli, ovvero, Saba. Quando dico che la poesia è musica, dico che la poesia è Lui. Si tratta di uno scrittore dalle armonie così semplici, così spontanee, da sembrare perfette. Sembra persino, afferma Montale, che certe sue rime in chiusura di poesia, si ricompongano da sole nella magiche parole del poeta triestino.
Direte: stai così in love e ne parli solo ora? Cioè dopo due anni e mezzo di folli articoli??? In effetti, sembra che abbia lasciato un po’ in disparte il povero Saba, ultimo tra gli ultimi nella mia lista d’oro; ma non per importanza, no. L’ho fatto semplicemente perché lui avrebbe voluto così: ‘Mbertino infatti, con la sua calvizie un po’ dimessa, con quegli occhi scuri che bagnano i ritratti, supplica di essere lasciato per ultimo, un po’ triste, un po’ paraculetto, come queste mie battute. Era poeta dell’amore in ogni forma, della malinconia, di Trieste, delle capre, del calcio. Quando lo leggete sembra sempre che parli un ragazzino, un ragazzino che ha la musica dentro appunto, visto come si cantano i suoi versi, praticamente da soli nella testa, dopo che uno li ha letti. Per capirci:
A mezza estate su di noi si riversa la bora,
e soffia nell’aperto prato dove giochi,
ed il florido incarnato del viso
e le tue nude gambe sferza.Tu stai sul prato come un Dio in esilio sta sulla terra.
E chi ti ammira
l’occhio non abbassi,
lo guardi con fierezza,
come un nemico, in volto;
mentre al compagno nella finta guerra
parli sommesso,
e ridere t’ascolto.La guerra è intorno a una palla enorme,
che si lancia col piede,
ed il rado passante, ecco, ti vede
svolgere in essa le tue snelle forme.
Scende intanto la sera,
e tinge in rosa
le nubi,
e a quanto del tuo corpo è ignudo
fugacemente intona il suo colore.La sua bellezza con la tua si sposa;
tratta dal Canzoniere
e una malinconia quasi amorosa
mi distilla nel cuore.
E mo’ che è finita? «Mittici la pezza», come si dice dalle mie parti. Ma di che parliamo? Qui non sono solo io che stravedo e straparlo. Questo poeta ha un ritmo diverso e spesso la poesia è tutta qui: saper restituire un’immagine, anche semplice, quotidiana, ma con una melodia sotto a guidare le parole, i colori scelti da chi scrive. Ho già detto altrove quanto siano connesse poesia e musica fin dalle origini, ed è meraviglioso ritrovarsi nel Novecento con un poeta così musicale, lirico.
Poesia onesta e Musica vera
La sua è una poesia onesta, vera; come egli stesso ha tenuto a ribadire. D’altra parte, a che ti serve mentire quando sei così bravo a dire la verità? Giuro, tra poco finisco di fargli i complimenti, ma Saba davvero è uno di quei poeti che riesce a esprimere la verità, a comunicare il dolore, lo smarrimento, senza farti del male. E ogni verso che leggete è più che gioia: è meraviglia, è nuovo.
Però, non immaginatevi per questo un santo da tutti venerato; anche lui aveva il suo caratterino e la sua biografia è una notevole gincana tra l’amore per Lina, per Trieste, per le donne di Trieste a 360°, per i bei giovanotti; e poi i conflitti con la famiglia, il tutto sullo sfondo della seconda guerra mondiale.
Come tutti, ha sofferto e ha fatto soffrire, ma mi piace pensare che la sua musica sia incolpevole più della musica di qualsiasi altro poeta, più candida di qualsiasi errore dichiarato, cantata da chissà quale eco tra le montagne e il mare di Trieste. E, alla luce di questa gran catarsi, fa ancora più strano ascoltare la vocina tutta acuti del nostro controverso, limpido ‘Mbertino, che vi lascio a mo’ di chicca finale, proprio qui.

