
la parola della settimana: Favola
Torniamo a sognare con la prima parola del mese di marzo: favola.
Da bambini ci hanno fatto addormentare, le abbiamo vagheggiate nei nostri sogni, ci hanno fatto ridere e spaventare e quando tutto si fa nero ci rifuggiamo ancora dentro le loro parole. Nel bene e nel male non saremmo gli adulti che siamo senza le nostre favole. Concediamoci allora un momento per visitare quello che Gianni Rodari ha definito il luogo di tutte le ipotesi, dando una sbirciatina agli articoli della settimana:
Affamati d’arte e di romanticismo? Perdetevi assieme a Susanna Winkler nelle stanze della villa Farnesina alla Lungara per ascoltare, direttamente dagli affreschi di Raffaello, la favola immortale di Amore e Psiche.
Cosa ce ne faremmo di cappuccetto rosso se non ci fosse il lupo cattivo? Se lo domanda Marlisa Spliti che, rileggendo per noi la vita immaginaria di Natalia Ginzburg, ci ricorda l’importanza di un mondo fantastico nella costruzione identitaria del bambino e dell’adulto, mondo che non può far a meno del suo lato oscuro.
Non più fusi di arcolai e mele avvelenate, le bambine d’oggi vogliono altro. Ma in quale misura la Disney ha contribuito a rafforzare gli stereotipi di genere? Siamo proprio sicuri che la presenza del principe azzurro sia indispensabile? Scopriamolo insieme nell’articolo di Fabrizio Imbimbo.
Buona lettura a tutti!


Un commento
Savannah Stepleton
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