
Da Golgi a Parisi: 21 italiani che hanno vinto il Premio Nobel
Con la vittoria di Giorgio Parisi del Premio Nobel per la Fisica 2021, per i suoi studi sui sistemi fisici complessi, la rosa dei Nobel italiani raggiunge quota 21.
Sebbene non sia un numero elevato come negli USA o nel Regno Unito, l’Italia vanta una serie di prestigiose figure che dal 1906, a cinque anni dalla fondazione del Premio nel 1901, si sono distinte in tutte le categorie: Medicina, Pace, Letteratura, Fisica, Chimica ed Economia, tanto da meritare il riconoscimento in memoria di Alfred Nobel.
Camillo Golgi: il primo Nobel italiano per la Medicina

Fonte Wikipedia
La prima vittoria per l’Italia arriva nel 1906, quando lo scienziato e accademico Camillo Golgi viene insignito del Premio Nobel per la Medicina, insieme a Santiago Ramon y Cajal, per i suoi studi sulla istologia del sistema nervoso, in particolare per la reazione nera (o tecnica dell’impregnazione cromoargentica che in seguito prenderà il nome di metodo Golgi): una tecnica che permette di visualizzare le cellule del tessuto nervoso, immergendo dei pezzi di Sistema Nervoso in una soluzione di bicromato di potassio e poi in una soluzione di nitrato di argento. Il risultato sarà un cromato d’argento che colora di nero il corpo cellulare.
Una vera e propria rivoluzione nel campo istologico.
Primo a pari merito: Giosuè Carducci

Fonte Wikipedia
Sebbene la scalata al Nobel sia iniziata con cinque anni di ritardo per l’Italia, il 1906 è l’anno della ribalta: pochi giorni dopo la vittoria di Golgi del Nobel per la Medicina, un altro italiano sale sul podio, ricevendo il Premio Nobel per la Letteratura: il poeta Giosuè Carducci.
non solo in riconoscimento dei suoi profondi insegnamenti e ricerche critiche, ma su tutto un tributo all’energia creativa, alla purezza dello stile ed alla forza lirica che caratterizza il suo capolavoro di poetica.
È la motivazione fornita dall’Accademia Svedese.
Dalla prima raccolta di poesie, scritte durante gli anni di insegnamento all’Università di Bologna, Juvenilia, alle Odi Barbare, le sue rime colme di solennità lo rendono non solo degno di un premio del calibro del Nobel, che Carducci riceverà nel pieno di una malattia per cui morirà dopo pochi mesi, ma anche un pilastro della letteratura italiana.
Ernesto Teodoro Moneta: Unico Premio Nobel per la Pace Italiano

Fonte Wikipedia
Dopo la Medicina e la Letteratura, l’Italia non manca di posizionarsi anche all’interno del Nobel per la Pace. A riceverlo nel 1907 è il giornalista e patriota Ernesto Teodoro Moneta, insieme al francese Louis Renault. per le sue numerose iniziative e organizzazioni a favore della pace.
Patriota fin da giovane, vive le Cinque Giornate di Milano e combatte a fianco di Garibaldi.
Giornalista, entrò a far parte della redazione de Il Secolo di Sonzogno, che diresse a partire dal 1869, riempiendo le pagine del quotidiano con contenuti innovativi.
Ad oggi Moneta è l’unico italiano ad aver vinto un Nobel per la Pace.
Radiocomunicazioni e telegrafia: Guglielmo Marconi

L’inventore della Radio e noto fisico italiano Guglielmo Marconi ricevette il Premio Nobel per la Fisica nel 1909, a soli 35 anni, insieme al fisico Carl Ferdinand Braun per il suo contributo nello sviluppo della telegrafia senza fili.
Già a 20 anni Marconi aveva iniziato i primi esperimenti per le telecomunicazioni transoceaniche, dall’Irlanda del Nord, all’Atlantico, dove i trasmettitori installati dal fisico, vengono utilizzati per le comunicazioni fino alla Seconda Guerra Mondiale.
Ma è nel 1909 che arriva il successo, quando il sistema di radiotelegrafia salvò i passeggeri del transatlantico statunitense “Republic”, che stava per affondare, in seguito alla collisione con un piroscafo italiano.
L’invenzione di Marconi vale il Nobel per la Fisica di quell’anno, insieme all’invenzione del tubo catodico da parte del tedesco Braun.
Grazia Deledda: “Per la sua potenza di Scrittrice”

Siamo negli Anni ’20 del Novecento, a cavallo tra le due guerre e un secondo Nobel per la Letteratura arriva a premiare lo stile e l’eleganza della prosa italiana: a vincere nel 1926 è Grazia Deledda, scrittrice sarda autrice di numerose opere, pubblicate sulle riviste e apprezzate dai maggiori esponenti letterari dell’epoca.
È stata la sua capacità di raccontare la sua terra d’origine in ogni dettaglio e sfaccettatura con una precisione e sensibilità verso l’animo umano a garantire a Grazia Deledda in Premio Nobel per la Letteratura, che l’anno precedente non era stato assegnato per mancanza di requisiti.
Un’accettazione silenziosa. Luigi Pirandello

Lo conosciamo come scrittore e drammaturgo, per le sue opere letterarie da “Il fu Mattia Pascal” a “Uno, Nessuno, Centomila”, e proprio l’originalità dei suoi testi teatrali e del modo di rappresentare l’arte drammatica hanno fatto si che Luigi Pirandello meritasse la vittoria del Nobel per la Letteratura quel 1934.
Un riconoscimento che verrà ricordato non soltanto per la grandezza del suo vincitore, ma anche perché lo scrittore non proferì alcun discorso dopo aver ricevuto il premio. Le ipotesi su questo silenzio sono state varie, ma non è un segreto il fatto che lo scrittore abbia titubato sull’accettare o meno il riconoscimento; rifiuto che azzardò Jean Paul Sartre anni dopo.
Enrico Fermi e le reazioni nucleari

Fisico italiano, specializzato in studi di meccanica quantistica e fisica nucleare, Enrico Fermi vinse nel 1938 il Premio Nobel per la Fisica
Per le sue dimostrazioni dell’esistenza di nuovi elementi radioattivi prodotti da irraggiamento neutronico, e per la scoperta delle reazioni nucleari causate dai neutroni lenti.
All’Università di Roma, Fermi aveva studiato la tecnica del bombardamento nucleare, attraverso l’utilizzo dei neutroni rallentati, il che gli permise di scoprire le reazioni nucleari e prendere parte ai primi esperimenti sulla bomba atomica, che gli valsero il Premio e l’attribuzione del suo nome ad un elemento della tavola periodica: il fermio (Fm).
Antistaminici e innovazioni farmacologiche: David Bovet

Nato in Svizzera e trasferitosi in Italia nel 1947, David Bovet è stato un biochimico, che si è dedicato alla ricerca nei campi della chemioterapia e farmacologia con lo scopo di migliorare la qualità dei trattamenti medici.
Tra le sue più importanti ricerche, quella sui sulfamidici e quella sugli antistaminici: fu proprio per il primo esperimento di antistaminico che preveniva shock anafilattici negli animali, che nel 1957 gli fu conferito il Premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia.
1959. Il duo Segrè- Quasimodo


Il 1959 vide nuovamente due italiani tra i vincitori del Nobel: il fisico Emilio Segrè, che insieme a Owen Chamberlain, con cui stava lavorando a Berkley all’acceleratore di particelle, vinse il Nobel per la Fisica per la scoperta dell’antiprotone.
Insieme a Segrè sul podio quell’anno per la categoria Letteratura ci fu un grande scrittore italiano, poeta ed esponente dell’ermetismo: Salvatore Quasimodo che vinse il Nobel
per la sua poetica lirica che con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei nostri tempi.
Dalle opere di Quasimodo emerge il sentimento per la sua amata Sicilia, per i suoi cari e ancora una volta il forte divario tra Nord e Sud si fa sentire.
Le sue raccolte, insieme alle sue traduzioni classiche, lo rendono uno dei più grandi scrittori del XX Secolo.
Giulio Natta: Il padre della plastica

Alle categorie dei Premi Nobel italiani si aggiunge anche la Chimica: a vincerlo nel 1963 è l’ingegnere Giulio Natta, insieme a Karl Ziegler per le scoperte nel campo della tecnologia degli alti polimeri: i due chimici misero a punto dei catalizzatori capaci di operare sulla stereochimica delle reazioni di polimerizzazione del propilene per la produzione di polipropilene isotattico (in altre parole un tipo di plastica).
Il loro brevetto che prese il nome di Moplen segnò una svolta nella chimica dei materiali e nell’industria delle materie plastiche: venne utilizzato per la realizzazione di utensili, recipienti, giocattoli.
In altre parole, Natta ha dato il via all’era della plastica.
Salvatore Luria e le innovazioni nel campo dei virus e batteri

Medico italiano, naturalizzato statunitense, Luria ha fortemente contribuito agli sviluppi nel campo delle scienze della vita: i suoi studi hanno gettato le basi per la nascita della genetica batterica e della virologia.
Con Max Delbrück e Alfred Hershey lavorò alla genetica dei virus e dei batteri: i loro esperimenti dimostrarono che l’ereditarietà dei batteri segue il principio darwiniano, piuttosto che quello lamarckiano, pertanto la selezione naturale ha effetto sui batteri, che possono resistere anche senza virus.
Per le loro scoperte innovative, i tre vinsero nel 1969 il Premio Nobel per la Medicina.
Virus tumorali e materiale genetico della Cellula: le scoperte di Renato Dulbecco

La ricerca e le innovazioni nel campo della Medicina continuano: dalla genetica dei virus al meccanismo dei virus tumorali e al materiale genetico della cellula; è stata la scoperta che ha portato il biologo e medico italiano Renato Dulbecco alla vittoria del Premio Nobel per la Medicina nel 1975.
All’Università Caltech di Pasadena, Dulbecco si dedicò agli studi dei virus che attaccano le cellule, rendendole cancerose e individuò una sostanza chiamata antigene T (dove T sta per tumorale), presente solo nelle cellule attaccate dal virus: il DNA virale, mischiandosi a quello delle cellule diventa parte del suo materiale genetico.
Eugenio Montale e il “male di vivere”

Uno dei più importanti poeti del Novecento, autore della nota raccolta “Ossi di Seppia” in cui capovolge la funzione principale della poesia, la ricerca di una risposta, Eugenio Montale da spazio ad una poetica del negativo in cui il “male di vivere” rispecchia l’io lirico in un’impossibilità di spiegare l’esistenza.
Fu proprio per la sua poetica e la sua visione realista del mondo, che nel 1975 ricevette il Premio Nobel per la Letteratura. Ancora una volta due italiani sul Podio di Stoccolma.
Carlo Rubbia: la scoperta delle particelle W e Z

Un nuovo Nobel per la Fisica torna ad arricchire l’albo italiano: a vincerlo nel 1984 è il fisico Carlo Rubbia, insieme a Simon van der Meer per il contributo alla ricerca che ha portato alla scoperta delle particelle W e Z, due vettori responsabili dell’interazione debole.
Studioso, docente e stimato membro della comunità scientifica, nel 2013 è stato nominato Senatore a vita dall’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Risparmio e consumo: le teorie finanziarie di Franco Modigliani

Tra le categorie del Nobel, per premiare le innovazioni in campo economico, la Banca di Svezia ha deciso di istituire un premio per le Scienze economiche in memoria di Alfred Nobel.
Il primo italiano a vincere questo riconoscimento nel 1985 è stato l’economista Franco Modigliani, per le sue
teorie rivoluzionarie sulla finanza d’impresa e per
i suoi studi pionieristici sulle analisi del risparmio e sui mercati finanziario
Autore dei teorema Modigliani- Miller, l’economista dimostrò come il valore di un’azienda non vari, sia che sia finanziata da capitali del mercato azionario, sia finanziata attraverso l’acquisizione di debito.
Le sue teorie sul risparmio e sul consumo nella vita dell’uomo sono state rivoluzionarie.
Ad oggi è l’unico italiano ad aver vinto il “Nobel per l’Economia”.
Rivoluzione nelle neuroscienze: Rita Levi Montalcini

Forse uno dei Premi Nobel più celebri nella storia di questo riconoscimento. Rita Levi Montalcini, grande neurologa torinese si è dedicata allo studio delle cellule nervose, che l’hanno portata alla scoperta di un fattore di accrescimento della Fibra Nervosa, il cosiddetto NGF, per cui vinse nel 1986 il Premio Nobel per la Medicina insieme al biochimico Stanley Cohen.
La scoperta del NGF si rivelerà fondamentale nelle ricerche sulle malattie cancerogene e sull’Alzheimer e sul Parkinson.
Una ricerca che non ha eguali, in quanto
In precedenza i neurobiologi non avevano idea di quali processi intervenissero nella corretta innervazione degli organi e tessuti dell’organismo.
Nel 2001 è stata nominata Senatrice a vita dall’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
È stata la prima tra i vincitori del Nobel a varcare la soglia dei cento anni.
Dario Fo- Nobel al teatro popolare

Perché, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi
Forse già la motivazione dell’Accademia di Svezia basta a spiegare l’assegnazione del Nobel per la Letteratura al drammaturgo Dario Fo nel 1997.
Un uomo di teatro a 360° che ha fatto proprio lo stile della commedia d’arte italiana, recitando nelle piazze, tra le strade per un pubblico popolare.
Il suo più grande successo “Il mistero buffo”, la giullarata che Fo recitò come one man show, in una rielaborazione dei testi antichi in grammelot e le opere teatrali successive gli valsero il Nobel per la Letteratura, assegnato l’ultima volta a Montale e l’ultimo drammaturgo a vincere per il teatro fu niente meno che Pirandello.
Riccardo Giacconi: l’inizio dell’astronomia a Raggi X

Fonte media.inaf.it
Ad inaugurare un nuovo secolo di Nobel Italiani, il fisico Riccardo Giacconi: grazie ai suoi studi sulle radiazioni X provenienti dal cosmo, scoprì nel 1962 la prima sorgente cosmica a raggi X (Scorpius X-1).
Vinse il Premio Nobel per la Fisica nel 2002, insieme a Raymond Davis Jr. e a Masatoshi Koshiba, per i suoi studi sulla zona non visibile dello spettro elettromagnetico, che si sono rivelati cruciali per la scoperta delle prime sorgenti cosmiche di Raggi X.
Mario Capecchi: La ricerca sulle cellule staminali embrionali

Fonte nobel.org
Reduce da un’infanzia difficile da vagabondo e malato di tifo, la storia di Mario Capecchi trova un lieto fine, quando con la madre, sopravvissuta al campo di concentramento di Dachau, dove era stata internata come prigioniera politica, si trasferisce in America, dove adulto può studiare Fisica e biochimica.
Insieme a Oliver Smithies e Martin Evans vinse il Premio Nobel per la Medicina nel 2007 per la ricerca sulle cellule staminali embrionali, che permettevano la generazione di animali, privi di uno specifico gene. Uno studio che ancora oggi viene utilizzato nelle ricerche sul cancro e nelle discipline immunologiche.
2021: Giorgio Parisi

Fonte Wikipedia
Siamo arrivati ai giorni nostri e dopo 14 anni dalla vittoria di Capecchi, è di nuovo un italiano a vincere il Premio Nobel per la Fisica.
Giorgio Parisi, docente di Fisica all’Università La Sapienza di Roma e attivo studioso nei campi della fisica teorica e della fisica statistica, è stato premiato insieme a Syukro Manabe e Klaus Hasselmann per il loro contributo fondamentale nel comprendere alcuni sistemi fisici complessi.
Le ricerche di Manabe e Hasselmann hanno contribuito alla
definizione della modellazione fisica del clima terrestre, quantificando la variabilità e prevedendo in modo affidabile il riscaldamento globale
mentre Parisi ha contribuito con gli studi sulla
scoperta dell’interazione tra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici dalla scala atomica a quella planetaria
Dal 1906 al 2021, l’Italia vanta ben 21 Premi Nobel di cui: sei per la Fisica, sei per la Letteratura, sei per la Medicina,
uno per la Chimica, uno per l’Economia e uno per la Pace.

