
Il Racconto dell’Ancella: June Osborne e Serena Joy
Il Racconto dell’Ancella, serie tv statunitense del 2017, nasce da un’idea di Bruce Miller, il quale a sua volta trae ispirazione dall’omonimo romanzo di Margaret Atwood del 1985. La trama ci racconta di un futuro distopico, in cui il tasso di fertilità umana è in calo a causa di malattie e inquinamento. Dopo una guerra civile, il regime teocratico totalitario di Gilead prende il comando nella zona un tempo conosciuta come Stati Uniti d’America. La società è organizzata da leader assetati di potere e divisa in nuove classi sociali, in cui le donne sono brutalmente soggiogate e non possono lavorare, leggere o maneggiare denaro.
A causa dell’infertilità e del crollo delle nascite, le donne fertili, ribattezzate “Ancelle”, sono assegnate alle famiglie elitarie dove subiscono stupri rituali da parte del proprio padrone con lo scopo di dargli dei figli.
Oltre alle Ancelle, gran parte della società è raggruppata in altre classi sociali. Le donne sono divise in gruppi contraddistinti da abiti di un colore specifico. Le “Ancelle” sono vestite di rosso, le “Marta” di grigio chiaro, le “Mogli” in varie tonalità di blu e il resto della popolazione di grigio. Le Mogli gestiscono la casa, aiutate dalle Marta che fungono da domestiche. Le Ancelle sono istruite da donne chiamate “Zie“, vestite in abiti color marrone scuro. La vita della popolazione è controllata dagli “Occhi“, una sorta di polizia segreta che opera per scovare i ribelli.
June Osborne, ribattezzata Difred (ossia “di proprietà di Fred”), viene assegnata alla casa del Comandante Fred Waterford e di sua moglie Serena Joy. Difred ricorda il “tempo che era”, dove conduceva una vita normale con il marito e la figlia, ma può solamente seguire le regole di Gilead, nella speranza di poter tornare un giorno libera e ritrovare sua figlia1.
Due donne
Estremamente acclamato dalla critica, popolare in tutto il mondo e vincitore di numerosi premi, questo recente capolavoro è ricco di temi estremamente attuali ed interessanti, presentati con grande abilità cinematografica. Uno di questi, ma a dire il vero certamente il più importante, riguarda i diritti delle donne. Al di là delle grandi narrazioni e delle seducenti retoriche, l’esperienza spesso ci mostra che per comprendere fino in fondo in che modo l’oppressione, la discriminazione e i maltrattamenti si insinuano nella vita degli individui, non si può prescindere da una conoscenza diretta dei casi concreti. Le vicende personali, infatti, raccontano sempre piccole verità relative, che però, proprio perché circoscritte, ci offrono strumenti efficaci per capire e combattere l’ingiustizia.
Ne Il Racconto dell’Ancella, una delle relazioni certamente più complesse, affascinanti e cariche di grandi aspettative, è quella tra June, la protagonista, e Serena Joy. L’interazione tra le due donne è infatti intrisa di emozioni, positive e negative, ma sempre molto intense e sincere. Nel rapportarsi l’una all’altra, l’Ancella e la Moglie si rapportano anche a loro stesse, come se a partire da quel primo incontro fra di loro si fossero scambiate una parte di se stesse. Proprio per questo, anche l’analisi dei personaggi considerati separatamente risulta di estremo interesse.
June

Serena e June sono innanzitutto due donne potenti. Questa caratteristica rende le loro posizioni palesemente contraddittorie. Per quanto riguarda l’Ancella, infatti, sembra davvero sorprendente che un individuo così in basso nella gerarchia sociale, proprietà di un altro uomo e priva di praticamente tutti i diritti umani, riesca ad esercitare un controllo non solo sulla famiglia a cui è legata, ma anche su buona parte del sistema. June riesce a manipolare specialmente gli uomini: Nick e Fred sono infatti, seppur in modo diverso, totalmente in balia dell’attrazione che provano nei suoi confronti. E specialmente per quanto riguarda il Comandante, l’Ancella è decisa a sfruttare questa risorsa.
Serena

Serena, al tempo stesso, per raggiungere lo status di Moglie perfetta, assume spesso il ruolo di un uomo, tradendo i principi del regime. In questo caso, la forte contraddizione che caratterizza il personaggio, si sviluppa tra Serena e se stessa. La “signora Waterford”, infatti, era stata l’autrice di un testo anti-femminista che rivendicava il ruolo materno, domestico, e di sostegno alla figura maschile che la donna avrebbe dovuto assumere nuovamente per il bene della società.
Serena non fa parte del governo di Gilead, in quanto il suo sesso non glielo permette, però è certamente uno dei suoi più ardenti sostenitori e incoraggiatori, inoltre è la moglie di un Comandante. Anche su suo marito però, sembra esercitare un grande potere. Insomma, la sua personalità non le permette di restare al suo posto. È una donna frustrata e fortemente egoriferita. June e Serena sono forse tanto legate perché assai simili: entrambe sono disposte a tutto per rivendicare i propri diritti, anche a tradirsi a vicenda.
Amiche nemiche
Questi rovesci di potere ricordano alcune delle pagine più stimolanti della Fenomenologia dello Spirito, un’opera di G.W.F. Hegel in cui il rapporto tra il servo e il padrone è descritto come una dissimulazione delle apparenze. Convinto della sua superiorità ontologica, infatti, il secondo si abbandona ad una totale dipendenza dal primo, il quale, invece, perfettamente consapevole della sua condizione, è il vero soggetto libero e per il quale esiste un futuro.
Dopo un’iniziale rigidità nell’aderenza ai ruoli, fatta di maltrattamenti e di gentilezze da parte di Serena nei confronti di June, numerosi momenti di svolta porteranno le due donne a confrontarsi l’una con l’altra nel bene e nel male. Nell’odio estremo, nella violenza, nella rabbia, così come nella comprensione, nel sostegno e nella sincerità, l’Ancella e la Moglie saranno finalmente se stesse. Entrambe sono parte integrante della vita dell’altra ed elementi imprescindibili della sua storia, fulcri del cambiamento esistenziale.
Per finire, poi, l’assetto stesso di Gilead subirà dei rovesciamenti interessanti. Impostato come regime fortemente patriarcale, sembra che la sua stabilità sia minata proprio dal matriarcato, dal potere delle donne, di quelle stesse donne che ha privato di molti diritti. Ma pare che questo fallimento, allora, fosse insito nel sistema fin dall’alba della sua costruzione. Il suo inizio, insomma, rischia di essere anche la sua fine.

Note


Un commento
il racconto dell'ancella serie 2
Eres un figura… Gracias, Un saludo