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Cinema,  Letteratura

Il ritorno del rimosso: l’incubo americano

Un viaggio a senso solo. Senza ritorno se non in volo. Senza fermate né confini Solo orizzonti, neanche troppo lontani.

Gianluca Grignani – Destinazione paradiso

Appena ho sentito la parola Ritorno, le note di questa canzone mi sono tornate alla mente. Qui si parla di un viaggio senza ritorno. Eppure spesso nella vita le cose, gli eventi, le persone ritornano. Quel Qualcosa che ritorna può essere anche un amore. Ma non sempre il ritorno è gradito. Se ciò che ritorna è qualcosa che abbiamo voluto dimenticare, allontanare da noi?

L’immaginario americano e la dottrina puritana

Ognuno di noi può affrontare un ritorno sgradito, ma anche un’intera cultura può farci i conti.
Un esempio è l’immaginario americano, che attraverso la propria letteratura o filmografia cerca di affrontare i suoi demoni, i suoi problemi irrisolti, che ritornano imperterriti.
L’immaginario americano trova le sue radici nella dottrina puritana. Questo credo permane in ogni aspetto della cultura del Nuovo Continente: dalla figura del Presidente, l’eroe umile predestinato a guidare la Nazione, al primo uomo sulla Luna, pioniere di una nuova frontiera, fino al gioco del Baseball, dove lo scopo è il ritorno a casa. In tutto si riscontrano i principi della dottrina puritana.

Uomo sulla Luna- ritorno

Bene e Male: la negazione di ogni contraddizione

Uno dei principi fondamentali della dottrina calvinista è la netta separazione tra il Bene e il Male. Perciò l’immaginario americano si basa sul concetto di distinzione. Si nega ogni consustanzialità e contraddizione. Si è quindi ben lontani da ciò che invece porta alla luce il romanzo inglese Il Dr Jekyll e Mr Hyde. Qui il disastro nasce proprio dalla separazione. L’iniziale condizione di equilibrio del dottor Jekyll viene distrutta dall’ossessione puritana per la distinzione e il protagonista finisce per interferire con lo stesso mistero della creazione. Lo scienziato compie una vera e propria violazione, perché il Bene e il Male coesistono e si scontrano nell’uomo.

La distinzione tra Bene e Male

Nella cultura americana il Male deve sempre essere esternalizzato e allontanato. Si va verso la “frontiera”, verso l’altrove per allontanarsi più possibile dal Male. Ne è un esempio anche l’urbanistica stessa dell’America. La metropoli, centro del potere politico ed economico, è il Male, un luogo inospitale dove non è possibile vivere la tranquillità familiare. Occorre quindi abitare in quartieri residenziali, in periferia, lontani dal centro nevralgico della città.
Non ci può essere nessun compromesso tra Bene e Male. L’unica soluzione è il conflitto. Per questo la guerra e la sua narrazione sono il principale dispositivo identitario per fare ordine. Ma non è il solo modo. Vi sono anche i tipici countroom movie, in cui vi è la continua riaffermazione della netta distinzione tra i due poli della morale.

Il ritorno del rimosso nei periodi di crisi

Ma cosa succede quando ciò che è stato allontanato, il rimosso, ritorna? Ciò accade durante la Grande Depressione. Ne è un esempio il film Frankenstein di James Whale del 1931. Il rimosso prende le sembianze del mostro e il cinema diventa un grande rituale esorcistico collettivo. Il rimosso viene evocato, fatto tornare e neutralizzato.

Un altro periodo di crisi che l’America vive è il disastro del Vietnam. Anche in questa occasione è il cinema il luogo dove si esprime questo conflitto interiore. In Rambo di Ted Kotcheff, il ritorno del reduce-mostro finisce per svelare le responsabilità di un’intera nazione.

America- ritorno

La rivelazione del rimosso

La verità è che, quando ciò che abbiamo allontanato ritorna, ci si accorge di come in realtà il Male non sia qualcosa di esterno, che può essere distrutto, ma è qualcosa che si trova all’interno di noi. È qualcosa di perturbante con cui prima o poi bisogna fare i conti. Stavolta è il video musicale simbolo di un’epoca Thriller di Michael Jackson del 1984 a esserne un esempio. I protagonisti sono una giovane coppia che al cinema stanno guardando un film horror degli anni ‘50, che raccontava la storia della stessa coppia in cui il ragazzo si trasforma in lupo mannaro. Finito il film la coppia viene circondata da zombie e il ragazzo si trasforma anche qui in un mostro e insegue la ragazza che si rifugia in casa abbandonata. A questo punto finalmente la ragazza si sveglia dall’incubo, ritrovandosi accanto al suo fidanzato. Tutto sembra tornato alla normalità, ma al momento di uscire, il ragazzo guarda l’obiettivo e rivela i suoi occhi demoniaci.

In questo breve video vengono meno tutti i principi dell’immaginario americano. Non c’è la solita evocazione del mostro e il suo sacrificio. Gli incubi tornano a galla. Si materializza il “doppio”, la coppia degli anni ‘50, si assiste alla rilevazione continua del perturbante e lo scioglimento è ambiguo, non conclusivo. Non c’è alcuna espiazione, alcuna espulsione del Male, anzi la minaccia interiore è rivolta agli stessi spettatori, all’America.
La distinzione netta tra Bene e Male non è più la soluzione, se lo è mai stata. Affrontare le proprie contraddizioni è l’unica soluzione. Si convive con il Male, lo si doma, perché allontanarlo, non può che portare al suo ritorno.

Testo consigliato

Fabio Tarzia, Emiliano Ilardi, Spazi (S)confinati. Puritanesimo e frontiera nell’immaginario americano

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