
Ritorno alla Vita. La testimonianza della Pasqua cristiana e di Giovanni Paolo II
Il 2 aprile del 2005, 16 anni fa, Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyła) concludeva il suo pontificato, e la sua opera di amore e carità nei confronti della comunità cristiana e di tutto il mondo.
Ritorno è una parola plurivalente, e bella. In ogni caso, sottende il significato di un rinnovamento, legato al fatto che un rientro in una determinata situazione – ovvero, un ritorno – avviene dopo un determinato tempo, e il tempo è l’unità attraverso cui noi siamo chiamati a vivere e a crescere, accogliendo per nostra natura il cambiamento.
Ritorno e Resurrezione di Cristo
In questo senso, il ritorno porta tutta la sua novità e la sua pienezza di significato nella Resurrezione di Cristo, figlio di Dio e Figlio dell’Uomo, Dio che si è fatto uomo per salvare l’umanità, superando il peccato degli uomini. La Resurrezione, che potremmo dire essere un Ritorno di Gesù dopo tre giorni in cui poteva sembrare tutto finito, è il Ritorno per eccellenza, che si configura come una testimonianza per una nuova vita.
Un ritorno alla Vita
Nuova vita che succede a quella che l’uomo vive nella dimensione terrena, e a cui l’uomo è chiamato con Amore. Anche questo sarà un Ritorno, per noi che siamo ancora qui. Un passaggio, un rinnovamento, un innalzamento. Forse questo percorso avrà carattere di continuità; non sappiamo se prevederà una sospensione, ma non faremmo fatica a immaginarlo come un ritorno alla nostra Vita, anche se con modalità diverse… spesso si parla, al riguardo, di “iniziare la vera Vita”.
Preparare un terreno fertile
La “Nuova Vita” potrebbe assumere valenza di Ritorno ancora di più se preceduta da una vita – quella terrena, umana, attuale – in cui ci si sia messi a servizio di Dio e del prossimo, aprendo le porte del proprio cuore a Cristo. È ciò che la Parola ci raccomanda, ciò cui siamo invitati da Gesù stesso. Giovanni Paolo II, nella sua enciclica Veritatis Splendor del 1993, commenta la vicenda in cui un uomo ricco, illuminato dalla grazia di Gesù, chiese al Maestro Buono come entrare nel Regno di Dio. Gesù rispose di osservare i comandamenti, e all’insistenza dell’uomo replicò con l’invito a vendere i suoi averi, donarli ai poveri, per poi “venire” e seguirlo: un invito alla libertà, dato che Gesù specifica di fare quanto detto come ultima risposta qualora l’uomo avesse voluto essere “perfetto”.

La perfezione…
Ecco, la perfezione, la libertà perfetta e veramente piena, forse non è roba di questa dimensione che stiamo vivendo, ma potrà essere raggiunta nella sua profondità una volta che avremo fatto Ritorno alla Vita, nella grazia di Dio che ci attende. Già in questa terra, tuttavia, siamo chiamati a fare grandi cose, se vorremo, e porre una base spirituale, non schiavi della carne, che possa rendere conto del significato di un Ritorno in una Vita futura, già significa molto.
La perfezione di cui parla Giovanni Paolo II può comunque essere già centrata nel suo contenuto e nella sua “modalità di esecuzione” con il tenere fede all’invito posto da Gesù a venire e seguirlo, dopo aver rinunciato ai propri beni e a sé stessi. E
questa vocazione all’amore perfetto non è riservata solo ad una cerchia di persone. L’invito “va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri” con la promessa “avrai un tesoro nel cielo” riguarda tutti, perché è una radicalizzazione del comandamento dell’amore del prossimo, come il successivo invito “vieni e seguimi” è la nuova forma concreta del comandamento dell’amore di Dio.
Allo stesso tempo,
la perfezione esige quella maturità nel dono di sé, a cui è chiamata la libertà dell’uomo.
Una frase così profonda da risultare quasi indescrivibile, se non nel nostro cuore.

Non dimenticate ciò che avete visto
Il mio piccolo invito nei confronti di voi lettori può essere quello di leggere queste parole, accostandole con quanto predicato da San Giovanni Paolo II nell’enciclica Veritatis Splendor, mantenerle nel cuore, ricordarle quando ce ne sarà bisogno. Farle fiorire nel vostro cuore, secondo la vostra apertura all’Amore e seguiti, guidati dalla grazia di Dio.
Sezione testo consigliato
Giovanni Paolo II, Veritatis Splendor


Un commento
claudia
Grazie.
RIcordare San Giovanni Paolo II, il “mio” il “nostro” Papa Wojtyla, ciò che lui, con apparente semplicita è riuscito a trasmetterci e a donarci col suo esempio di vita, con la sua energia, mi ha riempito il cuore e l’animo di speranza, di luce!
Ritorno alla vita, rinascita di noi stessi attraverso la nostra fede, sapendo accogliere il cambiamento.
Perchè cambiare si può, Rinascere a nuova vita è la nostra aspettativa. nella grazia di DIo.
Aver letto queste parole oggi, lunedì dell’Angelo ha avuto un ulteriore significato, Un invito a non essere più smarriti ma ricordare che la Resurrezione di Gesù sarà per tutti noi. Prepariamoci quindi e cerchiamo di non avere paura neanche in questo momento di indubbia difficoltà.