
Sidera Dantis: le Stelle nella Commedia
L’Amor che move il sole e l’altre stelle.
Con questa breve frase si conclude il poema più famoso della letteratura italiana, La Commedia di Dante Alighieri, famoso poeta fiorentino, di cui proprio nel 2021 ricorrono i 700 anni dalla morte a Ravenna nel 1321.
La Commedia racconta il viaggio di Dante nei tre regni dell’aldilà, Inferno, Purgatorio e Paradiso, in un percorso spirituale di riscoperta della natura umana.

Le stelle nelle Cantiche
Particolarità dell’opera dantesca è la comparsa della parola “stelle” alla fine di tutte e tre le cantiche.
L’inferno infatti si chiude con
E quindi uscimmo a riveder le stelle.
(Inf. 34, 139)
Dante è infatti ansioso di uscire dal buio dell’inferno e di poter rivedere il cielo stellato: dopo aver visto tutto il male insito nella natura umana, il cuore del poeta è colmo di disperazione, ma allo stesso tempo di desiderio (dal latino appunto de sidera) di superare tutto quel buio e vedere cosa c’è dopo, appunto di riveder le stelle.
Un verso che simboleggia non solo l’uscita dal regno del peccato, ma la vittoria della luce sulle tenebre, e quindi la possibilità per il Poeta- Vate di proseguire il suo viaggio verso la purificazione.

Obiettivo, Le Stelle
Il Purgatorio è invece un percorso di redenzione: Dante ha ormai visto tutto il male e i peccati e se ne è purificato, tanto da voler ora capire l’origine del bene e dell’Amore che ora lo pervade.
È quindi
Puro e disposto a salire le stelle
(Purg. 33, 145)
In questo passo infatti le stelle segnano un momento di transizione: il passaggio dalla purificazione, al desiderio di accedere all’eterna conoscenza.
Il viaggio si avvia alla conclusione: nel Paradiso sono ancora le stelle a Dare significato al viaggio di Dante e a concludere l’intera opera.
Dante ha visto D.o e la forza che muove il mondo, ciò che porta la luce nella vita dell’uomo. Ecco allora che alla fine della sua stessa opera non è più Dante il protagonista, ma l’Amore. Quell’amore divino che appaga il desiderio di conoscenza, l’Amor che move il sole e l’altre stelle (Par 33, 145).

