Daniel Craig 007
Cinema,  Film,  Recensioni

There’s just No time to die. But time to say goodbye

L’“atmosfera James Bond” ci avvolge ormai da decenni. C’è chi l’ha visto con diversi volti, appassionandosi ad ognuno di essi, chi nostalgicamente rivolge il proprio ardore al primo ed unico Agente 007, chi si culla nell’immaginazione del proprio Bond, ispirato dalla lettura dei romanzi di Ian Fleming. Senza dubbio, molti di noi sono stati rapiti dalle rappresentazioni di James Bond sul grande schermo, trasportati in un mondo che è sempre il nostro, ma allo stesso tempo che ci astrae dal qui ed ora per depositarci in una dimensione magica e – nella giusta misura – alienante.

Openings e opere d’arte

Complici di questa atmosfera sognante, compaiono canzoni e coreografie che possiamo definire ormai un classico – e, conseguentemente, un momento che molti spettatori attendono – del più recente ciclo di film sull’Agente 007. Il quinto ciclo, inaugurato nel 2005 con Casino Royale, si sviluppa per ben 16 anni, concludendosi con il No time to die uscito in questo secondo 2021.

Come dicevamo, parte fondamentale nel gettare l’ignaro spettatore in un mondo sospeso e allo stesso tempo pragmatico spetta alle interpretazioni di cantanti di bravura cosmica, che danno inizio ad ogni avventura supportati da coreografie digitali o semi-digitali di straordinaria fattura. Vediamo giganti della musica come Adele, Sam Smith e Billie Eilish votati a creare dei piccoli capolavori di 3 minuti, unicamente per il film che avrebbero pochi mesi più avanti accompagnato con la loro arte. Adele – Skyfall, Sam Smith – Spectre, Billie Eilish – No time to die, si configurano ormai come binomi concepiti senza distinzione dalla nostra mente. Una conferma al fatto che questa ultima serie di 5 film, forse più delle precedenti, è rimasta dentro al cuore e alla mente del pubblico spettatore.

Andamento e ritmi della storia

Climax o anticlimax, come definire l’avventura, durata 16 anni, descritta sullo schermo del cinema e raccolta dai nostri occhi? L’ambiente è sempre lo stesso: spionaggio, sparatorie, intrighi, doppiogiochi, amore avvinghiato al rischio, fasi thriller e fasi investigative. Eppure, qualcosa va mutando nel corso delle storie raccontateci, uno stato d’animo sempre più cupo si fa strada nei cuori dei personaggi, degli attori e di noi spettatori, rendendoci partecipi di un cambiamento sottosoglia, sottovalutato, ma pienamente percepito dal nostro sentire e dalla nostra sensibilità. Un mutamento silente che viene implicitamente accompagnato dalla gravità, allo stesso tempo soave, delle ultime canzoni proposte come opening di ogni film.

Passiamo infatti da una decisa e self-confident introduzione di saga, con Chris Cornell e la sua You know my name, alla scoppiettante ed esplosiva Another way to die del duo Alicia Keys & Jack White, per poi giungere a un tono decisamente più mesto, che però mantiene inalterata, anche se di filigrana differente, la tensione propria del climax proposto fino a quel momento: su questa strada, si succedono Adele con Skyfall, Sam Smith con Writing’s on the wall, infine Billie Eilish e la sua No time to die, con le quali canzoni si concludono in modo sempre più cupo ma maturo le storie che registi quali Martin Campbell, Marc Forster, Sam Mendes e Cary Fukunaga hanno saputo narrarci magicamente.

Gli interpreti

Accanto a numerosi personaggi secondari calati perfettamente nella parte, vediamo coprotagonisti e antagonisti padroneggiare un livello veramente alto di recitazione: basti pensare alla figura dell’ultimo nemico di Bond, colui che lo metterà in difficoltà in un modo che mai dal protagonista era stato sperimentato. Rami Malek, alias Safin, ben riveste un difficile ruolo – che rischia di essere ormai banalizzato – che a mio avviso riprende alcuni aspetti comuni ad almeno una delle sue precedenti recitazioni (Mr. Robot).

james bond
Daniel Craig come Agente 007.

Lui

Tra tutti loro, spicca infine lui, con il suo silente savoir-faire e la sua lucidità “sotto-pistola”, a distinguersi dai suoi simili e ad illuminare di aria misteriosa ogni stanza in cui mette piede: Daniel Craig, interprete di J. Bond in questo quinto ciclo di film dedicati all’Agente 007, continua ad accattivarci con le sue movenze, il suo atteggiamento, il suo modo di parlare e di approcciarsi alle questioni. Per lasciarci, infine, in un modo perfettamente in linea con il binomio Daniel Craig – James Bond, per cui arrivi a realizzare tra te e te che sì, è proprio questo il modo in cui lui poteva concludere il contratto con questo grande brand.

Rivedere l’intera saga e concludere questa esperienza extra-ordinaria contemplando No time to die su grande schermo è quello che vi auguro per riappassionarvi velocemente a questo ciclo di “Agente 007” e per godere, con il cuore in mano, di un finale perfettamente in linea con il mood proposto progressivamente dai creatori della saga.

Perché “there’s just no time to die”, “non c’è proprio tempo per morire” (o, in altri termini, per accettare la fine di un’avventura), almeno fino a quando non ci si ferma un attimo per rifletterci su…

Buona visione!

Sezione video consigliati

Chris Cornell – You know my name (film: Casino Royale)

Alicia Keys & Jack White – Another way to die (Quantum of Solace)

Adele – Skyfall (Skyfall)

Sam Smith – Writing’s on the wall (Spectre)

Billie Eilish – No time to die (No time to die)

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