
Una vita da sogno by Madame Bovary
Chi non vorrebbe una vita da sogno? Prima di rispondere “che domanda idiota”, però, ricordiamo brevemente le vicende di Madame Bovary di Flaubert.
Emma, giovane fanciulla di umili origini, ha trascorso la sua esistenza leggendo e sognando: ciò che desidera corrisponde alle letture che ha fatto e, incapace di scindere realtà e fantasia, immagina un futuro infiocchettato di poesia. Aspetta un amore travolgente, passionale, forse anche tragico, qualcosa, insomma, che possa degnamente essere cantato in un poema epico.

Così, al comparire del primo corteggiatore, Charles Bovary, Emma, affascinata dalla novità, lo sposa convinta di raggiungere la felicità dipinta dai poeti.
Il matrimonio, però, è un’immediata delusione:
“Prima di sposarsi, ella aveva creduto di essere innamorata: ma la felicità che sarebbe dovuta nascere dall’amore non era venuta; bisognava dunque dire che s’era sbagliata lei. Così pensava; e andava immaginando che cosa si intendesse precisamente nella vita coi nomi di felicità, di passione, di ebbrezza, che le eran sembrati così belli nei libri.”
Madame Bovary, G. Flaubert, edizione Oscar Mondadori 1978
Ed ecco che si inizia a intravedere il fulcro del problema: Emma Bovary cerca in ogni modo di trovare la felicità e di assaporare le emozioni che la felicità dovrebbe comportare. Tenta, in breve, di ottenere una vita da romanzo, “da sogno”. Ma i sogni cui cerca di corrispondere non sono davvero i suoi: in realtà Emma aderisce solo a quelli che dovrebbero essere i sogni di tutti.
Dal matrimonio non arrivano che delusioni. Presto la nostra protagonista si accorge di essere sposata ad un uomo mediocre, provinciale; la tranquilla quotidianità del marito la rende insoddisfatta, e il suo amore cieco la disgusta.
Charles è, per Emma, quanto di più distante dai suoi ideali romantici; ma anche i due amanti con cui intreccia relazioni adulterine non corrispondono alle aspettative.
Rodolphe, l’uomo che la seduce, dapprima le fa provare i più forti sentimenti, tanto che i due progettano una fuga insieme. Già la fantasia di Emma inizia a perdersi in suggestioni, all’idea del viaggio segreto, della felicità che la attende; ma Rodolphe, la sera prima della partenza, si tira indietro. Così il sogno di Emma si infrange, il compimento del suo romanzo si allontana ancora una volta.
Emma, con il cuore pieno di amore non corrisposto e impossibile da corrispondere, si abbandona ora ad una sua vecchia fiamma. Si tratta di Léon, giovane che l’aveva amata ai primi tempi del matrimonio di Emma, quando lei aveva ancora sufficiente amor proprio per tenerlo a distanza. Adesso, però, i due cadono preda della passione più turbolenta, dei sentimenti più intensi: ma questi scemano in fretta. Sia Emma che Léon sono infastiditi l’uno dall’altro, ma non vogliono confessarlo a se stessi.
“Ciò nonostante, continuava a scrivergli delle lettere amorose, obbedendo all’idea che una donna debba sempre scrivere all’amante. Ma nello scrivere ella pensava un altro uomo, un fantasma formato coi ricordi più ardenti, con le letture più belle, con le brame più forti: e questo fantasma diventava alla fine così vero e accessibile, ch’ella ne palpitava, tutta meravigliata, senza tuttavia poterlo nettamente immaginare”.
Madame Bovary, G. Flaubert, edizione Oscar Mondadori 1978
La felicità che Emma cerca non fa che sfuggirle in sogni più irraggiungibili. Pur di proseguire questa relazione insoddisfacente, Madame Bovary si indebita, senza che il povero Charles sospetti nulla. E quando infine, sommersa dai debiti, si rivolge a Léon prima e a Rodolphe poi per ricevere aiuto, non ottiene altro che gentili rifiuti.
Così al colmo dell’infelicità, Emma si avvelena, lasciando il marito distrutto e la figlia sul lastrico.

Ci sarebbero mille cose da dire su questo eccezionale romanzo naturalista che, senza soffermarsi sui pensieri e le emozioni dei protagonisti, ne dipinge così bene le passioni e gli animi da farceli conoscere alla perfezione. Ma ciò che qui va sottolineato è il fatto che Madame Bovary vive solo per inseguire un sogno irrealistico.
Non si può ridurre Madame Bovary a donna frivola, sciocca, annoiata: Emma è irrisolta e, per questo, estremamente moderna. Infatti, sommersa da storie in cui i protagonisti provano i sentimenti più forti, vivono le esperienze più eccelse, Emma non riesce a trovare il proprio posto. Dopo aver letto di tanta perfezione, non sa più a riconoscere la felicità, se anche la vede. E ogni cosa finisce per sembrare solo un pallido spettro di quanto aveva vagheggiato.
Per questo ritorniamo alla domanda iniziale: chi non vorrebbe una vita da sogno? La risposta è ancora “tutti”. Gli esseri umani aspirano alla felicità, come è giusto che sia. Ma per evitare di ripercorrere i passi di Emma Bovary, bisogna fare estrema attenzione a distinguere il proprio sogno da quelli che crediamo di desiderare.

